Lo stato di una batteria barca è condizionato da diverse variabili, alcune delle quali non possono essere controllate con la giusta periodicità. Complice di ciò è il calo di rendimento degli accumulatori. Purtroppo, però, stabilire in anticipo l’esaurimento di una batteria marina non è possibile.
Innanzitutto, la prima causa del malfunzionamento delle batterie è dato dalla produzione di polvere di fosfato degli accumulatori. Questa sostanza, infatti, si sedimenta sugli elettrodi rendendo inutilizzabile la batteria al piombo perché in uno stato chimico elettrico non sicuro. Ma ci sono situazioni in cui questa può essere recuperata.
Chiaramente, la prima idea che ci viene in mente quando la batteria di bordo perde la sua efficacia è quella di acquistarne una nuova. C’è però un’altra contromisura che dovrebbe essere presa in considerazione da tutti i diportisti: la rigenerazione delle batterie.
Ma, come si esegue? Quali sono i passaggi da seguire?
Iniziamo subito e diamo una risposta alle nostre domande.
Il problema della polvere di solfato negli elettroidi
All’inizio del nostro articolo abbiamo parlato di un problema chimico che intacca lo stato della batteria barca, accennando che ci sono casi in cui quest’ultima non dev’essere necessariamente buttata. Al contrario, seguendo alcuni passaggi si può recuperare con facilità. In che modo? Prima di tutto si inizia con la ripulitura chimica ed elettrica delle piastre. Infatti, eseguendo questo lavoro è possibile, a volte, recuperare fino al 70% della capacità di una batteria grazie alla rimozione della polvere di fosfato.
Tale processo di rigenerazione è eseguibile sia su qualsiasi batteria al piombo – stazionarie, da trazione e di avviamento – che su quelle ad acido libero e Agm. Invece, rimangono escluse le batterie al gel.
Rigenerazione batteria barca: tutti i vantaggi
Se vi state chiedendo quali siano i vantaggi della rigenerazione batteria barca, nel corso di questo paragrafo li vedremo nel dettaglio. In primo luogo, il vantaggio principale è il recupero di oltre il 60% di batterie.
Ma non solo. I punti a favore per il diportista sono ancora tanti:
- Con solo il 30% del valore della batteria nuova si può ottenere una valida alternativa;
- Potenziare la capacità della batteria;
- Creazione di meno rifiuti e riutilizzo delle parti plastiche.
Non a caso le stesse aziende produttrici di batterie e i distributori offrono in prima persona i servizi di rigenerazione batterie. Pertanto, si occupano direttamente della raccolta delle batteria, del recupero e della conseguente riconsegna.
Qualora decideste di affidare la fase rigenerativa ad un’azienda ricordate sempre che le batterie trattate saranno coperte da una garanzia per cui è previsto il rimborso totale del costo della rigenerazione qualora sorgessero dei problemi nei 6/12 mesi successivi.
Tutti i passaggi per un corretto recupero
Prima di iniziare con la rigenerazione della batteria, lo specialista incaricato del lavoro compierà con accuratezza una serie di controlli per stabilire se rigenerare o meno la batteria convenga effettivamente. In caso di esito positivo, si può procedere con il lavoro.
Il primo passaggio eseguito per il trattamento prevede un test della capacità, mediante una carica con un raddrizzatore professionale ad alta frequenza e una scarica controllata per 5 ore. La stessa scarica è verificata e certificata graficamente e numericamente tramite il collegamento di uno strumento al computer cui evidenzia lo stato della batteria secondo la capacità in Ah.
In seguito, dopo lo studio della quantità degli elementi considerati “instabili” o in stato di solfatazione, si definisce il metodo più adatto per il recupero delle capacità: processo chimico-fisico o processo elettro-chimico.
Tuttavia, il processo di pulizia delle piastre ha una durata media di 48-72 ore, a cui successivamente si susseguono tre cicli di carica-scarica e la registrazione dei grafici.
Ammesso che si opti per la combinazione “chimico+elettrico”, il tempo necessario per la lavorazione può giungere fino a 7-10 giorni.
In conclusione, il processo termina con uno o più test di capacità – usando gli stessi strumenti usati della fase iniziale – e un confronto dei risultati ottenuti per dimostrare l’incremento di capacità ricavata.
Il periodo ideale per la rigenerazione della batteria barca
Qual è il periodo o momento ottimale per rigenerare una batteria? Sicuramente andrebbe eseguito a metà della vita attesa e, dunque, prima che si presentino importanti cali di prestazione al fine di ripristinare il più possibile le condizioni iniziali. A tal proposito, conseguono anche tre preziosi vantaggi:
- Prevenzione dei guasti improvvisi;
- Mantenimento delle prestazioni della batteria in un lasso di tempo piuttosto lungo;
- Ottimizzare la vita attesa della batteria.
Va da sé che la rigenerazione è possibile su qualsiasi tipologia di batteria, ma è fortemente consigliata per i gruppi di continuità e i carrelli da trasporto per assicurare l’autonomia prevista in caso di improvvise emergenze. Infatti, solo così si eviteranno spiacevoli black-out.
Altri consigli pratici per prolungare la vita della batteria barca
Siamo ormai giunti alla fine del nostro articolo, in cui vi forniamo alcuni pratici consigli per prolungare la vita della batteria.
Ecco, di seguito, un elenco:
- Verificare il raddrizzatore-carica batterie;
- Utilizzare carica batterie di ottima qualità e ad alta frequenza, evitando i raddrizzatori;
- Trattare anche il resto degli elementi della batteria.
Prestando attenzione a questi tre consigli otterrete un incremento della capacità della batteria, oltre al prolungamento del suo utilizzo per largo tempo.
Insomma, rigenerare una batteria è una soluzione piuttosto economica rispetto all’acquisto di nuovi accumulatori. Ovviamente, non dimentichiamo che più il tempo passa e più i nostri accumulatori rigenerati dureranno meno.
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