Se nel nostro precedente articolo abbiamo parlato di come togliere la vecchia vernice di un’imbarcazione in vetroresina e alluminio, oggi invece approfondiremo la sabbiatura carena barca. Infatti, a seconda del materiale con cui è realizzata la carena ci sono diversi interventi e lavori da compiere per eliminare gli strati di vernice e lasciare intatta la superficie dell’imbarcazione.
Oltre ciò, per fare carena, lo scafo deve essere “in secco” e, dunque, posto su uno specifico invaso. Inoltre, un buon diportista sa bene che prima di iniziare con il lavoro è preferibile proteggere sia la barca in questione che le altre nelle vicinanze dalle polveri residue.
Non a caso, il lavoro di rimozione vernice dalla barca, a causa dell’utilizzo di sostanze tossiche, necessita le adeguate protezioni – guanti, occhiali, mascherina, tuta – per salvaguardare la propria salute.
Tutti ciò fa sì che la stagione migliore per eseguire il lavoro di sverniciatura della barca è l’inverno sia perché lo scafo è già in secco sia per le temperature più fresche.
Quindi, non ci resta che scoprire come viene eseguita una sabbiatura carena barca a regola d’arte e quali sono le altre tecniche più utilizzate per le barche da diporto.
Barche in vetroresina: attenzione al gelcoat!
La pulizia dei vecchi strati di antivegetativa dalla carena in vetroresina è un lavoro piuttosto delicato. Benché ogni armatore, con un minimo di manualità, possa svolgerlo è sempre bene eseguirlo minuziosamente in modo da non arrecare gravi danni all’intera barca.
D’altra parte, i non esperti molto spesso cadono nell’errore di usare le mole o il raschietto, strumenti adatti solo per le barche in legno. Il risultato dell’utilizzo di questi strumenti è che si deteriori il gelcoat e che si creino le condizioni ideali per la produzione dell’osmosi.
Lo stesso discorso vale per la sabbiatura. Difatti, questa, rappresenta un trattamento piuttosto aggressivo per il gelcoat. Al contrario, si può effettuare, senza correre dei rischi, qualora la carena sia stata sottoposta a una preventiva cura anti-osmosi.
Per cui, qual è la soluzione più adatta? Sicuramente l’utilizzo di prodotti svernicianti propri per le vernici antivegetative usate e per il gelcoat. Al di là di questo è comunque consigliabile fare delle prove su un campione di vetroresina per accertarsi che i prodotti non danneggino la superficie.
Invece, meritano un’attenzione particolare per la rimozione della vecchia vernice le aree come il bulbo, il dritto di prua, la zona vicina all’elica e la superficie accanto alla linea di galleggiamento.
Sabbiatura carena barca in metallo: come si esegue?
Riferendoci alla sverniciatura di una carena in metallo, c’è da dire che le leghe metalliche usate nella costruzione di una barca da diporto sono perlopiù in ferro e alluminio.
Pertanto, trattandosi di materiali più resistenti, la messa a nudo delle imbarcazioni prevede l’abrasione di ossidi e pitture con prodotti di durezza superiore rispetto al composto che si deve rimuovere.
Ebbene sì, parliamo di quella tecnica conosciuta come sabbiatura carena barca. Un termine che rimanda direttamente al materiale abrasivo impiegato per questi lavori, ossia la sabbia silicea, la quale viene sparsa con aria compressa sulla zona da trattare.
Purtroppo, però, questa tecnologica presenta un grosso svantaggio in quanto genera ingenti quantità di polveri tossiche che, se disperse male, potrebbero danneggiare l’ambiente.
Metodi alternativi alla sabbiatura carena barca
Chiariamo subito che si sono diversi metodi alternativi alla sabbiatura. Dalle scaglie di resina dura, ai trucioli metallici, all’acqua spruzzata ad alta pressione. In particolare, quest’ultima tecnica è conosciuta come idrosabbiatura, il cui vantaggio principale è quello di non produrre polveri tossiche.
All’opposto, parliamo anche di un trattamento molto delicato che, spesso, lo rende inefficace rispetto alle altre tecniche sopraelencate.
In questo senso, la soluzione ideale per chi vuole mettere a nudo una barca in metallo è affidarsi a sabbiatori professionisti. Questi, infatti, oltre ad essere muniti del proprio automezzo, avranno anche tutti gli strumenti necessari per eseguire al meglio il lavoro.
Imbarcazioni in lega leggera e in alluminio: le differenze
Le imbarcazioni in lega leggera sono molto più delicate rispetto ad altre tipologie, mentre le carene in acciaio sono più resistenti. Le prime, per l’appunto, necessitano di una scelta ben studiata.
Nello specifico, la lega leggera navale – denominata dalla sigla AA 5000 – è a base di alluminio e manganese. Infatti, la sua durezza è molto più inferiore se paragonata a quella degli acciai, ragion per cui una sabbiatura carena barca troppo aggressiva potrebbe rovinarla.
Specialmente, sabbia di riciclo e trucioli metallici possono contenere piccoli residui di rame che entrerebbero in contrasto con l’alluminio e causando, in aggiunta, la corrosione della barca nel momento in cui è rimessa in mare.
Fase finale: stesura del primer
Dopo la sabbiatura della carena, con la barca a nudo, si può iniziare a trattare la superficie con un prodotto primer, in linea con le seguenti fasi di pitturazione, purché riposi almeno 12 ore. Il compito del primer è quello di impedire all’ossigeno presente nell’aria di corrodere le leghe metalliche.
Pertanto, anche solo un po’ di ossido durante la stesura del primer potrebbe compromettere la vita futura della barca, soprattutto perché l’ossido è quasi invisibile ad occhio nudo.
Infine, al termine del lavoro, è buon senso smaltire correttamente la sabbia e l’antivegetativa residue. Ad ogni modo, se i lavori sono svolti da ditte specializzate, generalmente, si occuperanno loro di portare a termine tali operazioni.
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