Carrello porta-barca: guida alla manutenzione perfetta

Il carrello porta-barca, noto anche con l’acronimo Tats ossia Trasporto di Attrezzature Turistiche e Sportive, è un accessorio fondamentale per il trasporto di imbarcazioni, derive, gommoni e piccoli cabinati su strada. In particolare, nei mesi autunnali, può essere soggetto a corrosioni, grippaggi e usure e, proprio per non farsi trovare impreparati nel periodo estivo, necessita di dovuti controlli, così da poter intervenire tempestivamente in caso di usura. 

Non perdiamo altro tempo e scopriamo scoprire alcuni consigli utili per avere un carrello porta-barca efficiente.

Sei pronto a scoprire tutti i segreti del mestiere? Iniziamo subito.

Carrello porta-barca: estetica e funzione

La salvaguardia del buono stato del carrello porta-barca facilita le manovre di alaggio e varo dell’imbarcazione, ma scongiura anche sgradevoli inconvenienti che annullerebbero le vostre già programmate uscite fuori porta. Senza considerare i guasti responsabili di tanti incidenti stradali.

Ma come sono fatti i carrelli porta-barca? Sono costruiti co profilati di acciaio verniciati o zincati a caldo, collegati da saldature e massicci bulloni.

Ci sono poi diversi tipi di carrelli. Noi ci focalizziamo sul carrello tats. Può essere a uno o due assi ed è composto da una semplice intelaiatura portante. Su di essa sono disposti dei montanti sagomati a loro volta muniti di rulli di gomma per contenere lo scafo e avvantaggiare lo spostamento della carena lungo l’invaso.

Questa tipologia di telaio, generalmente, è anche dotata di funzione basculante per favorire le operazioni di alaggio e varo dell’imbarcazione. Inoltre, nel lembo anteriore la struttura è perfezionata da un fermo per la prua, integrata di verricello per assicurare la stabilità della barca sul carrello. 

Ultimo componente è il dispositivo di traino. Costituito da un gancio a sfera posto sulla motrice e un aggancio a calotta situato sul timone rigido del rimorchio.

La ruggine, nemica della zincatura

In normali situazioni la ruggine non è un grandissimo problema, ma graffi e nodi possono rimuovere la zincatura e rendere sensibile la componente metallica. Invece, se siete intimoriti dalla presenza di una patina bianca o puntinatura formatasi sulla superficie sappiate che non apporta nessun tipo di danno alla vostra barca.

Nel telaio, poi, ci sono dei punti più soggetti all’evento corrosivo, ragion per cui è sempre meglio verificare la totale chiusura di dadi e punti di saldatura. Se compare la ruggine, si può ovviare al problema utilizzando uno spray epossidico e uno zincante a freddo. Nel caso in cui a deteriorarsi fosse la verniciatura, allora non bisogna far altro che spazzolare e riverniciare l’area interessata.

Perché è scorretto immergere il carrello porta-barca in acqua

Se i fabbricatori di carrelli porta-barca consigliano di non introdurre le ruote in acqua durante l’alaggio e il varo dell’imbarcazione ci sarà un motivo. Senza ombra di dubbio, non è sempre possibile operare in questo modo, ma provarci è sempre un primo passo per scongiurare corrosione, usura e grippaggi.

Gli anelli para olio, i cuscinetti, i mozzi delle ruote e le ganasce sono i pezzi più a rischio. Per i primi tre si può procedere con la pulizia e l’unzione, ma se dovessero presentarsi problematiche più gravi la cosa più appropriata è affidarsi alle cure di un meccanico. 

Più facile è la manutenzione delle ganasce dei freni. Non serve altro che un adeguato spessore – almeno di 3 millimetri – e molle con leveraggi inalterati.

Impianto frenante e ammortizzatore idraulico: una manutenzione imprescindibile

Ebbene sì, persino il tamburo su cui operano le ganasce non si deve assolutamente ovalizzare. Qualora accadesse è bene recarsi in un’officina e farlo rettificare da un esperto.

È indubbiamente risolutivo il controllo delle guaine e dei cavi che fanno funzionare il sistema frenante della barca. Proprio qui, infatti, stagna l’acqua del mare provocando corrosione o bloccando i cavi con il pericolo di riscaldare eccessivamente le ganasce e causando l’arresto delle ruote. Per questo motivo i cavi vanno ripuliti, oliati e messi a punto operando sulle viti di registro.

Dopodiché si può passare al controllo dell’ammortizzatore idraulico. È un apparecchio che, lavorando per inerzia, innesca la frenata del rimorchio avviando un sistema di cavi, rinvii e leveraggi. Per cui, va ingrassata l’area di lavoro e protetta la cuffia di gomma per far sì che il suo avviamento sia il più scorrevole possibile.

Gancio e argano del carrello porta-barca: la loro cura

Carrello porta-barca su strada

Per la cura del gancio che collega il rimorchio al veicolo occorrono due cose: olio di gomito e lubrificante. I più tradizionali ganci sono dotati di un segnalatore colorato indicante il grado di usura e il consumo della sfera.

All’opposto, l’argano – responsabile del controllo del varo e dell’alaggio dello scafo – non richiede manutenzioni particolari. È solo necessario che il cricchetto ruoti senza difficoltà e il cavo in acciaio e la cinghia tessile siano intatti.

Impianto elettrico e pneumatici: come tenerli impeccabili

Differente è, invece, la di manutenzione dei contatti elettrici dell’impianto luci del carrello porta-barca. Bisogna salvaguardarli con un apposito spray disossidante, in particolare nei portalampada, nelle spine di collegamento e nelle giunzioni dei faston.

Anche la cura dei pneumatici rappresenta un punto critico. Accade spesso che siano trascurati, dimenticando che tutto il peso del rimorchio ricade su di loro, per cui è importante che siano gonfiati con la corretta pressione riportata sul manuale di fabbricazione. 

Inoltre, è fondamentale che i dadi che bloccano le ruote siano ben stretti e il battistrada sia a norma. Nello specifico, la normativa regolamenta uno spessore minimo di 1,6 millimetri, oltre che l’integrità della superficie laterale.

Se poi il carrello sosta per lungo tempo, è auspicabile utilizzare dei supporti per mantenerli rialzati dal suolo per evitare di ovalizzare le gomme. All’opposto è possibile anche aumentare ci circa 0,5 bar la pressione prestando sempre attenzione al ricambio periodico della parte di appoggio.

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