Prenderci cura della nostra barca, lo sappiamo bene, non è mica un gioco da ragazzi. Specialmente se parliamo di barche a vela e del loro armo velico. Quest’ultimo, infatti, la loro particolare struttura, è talmente complesso da essere spesso soggetto di danni e usure varie. Non a caso, i carichi per metri quadri tendono ad essere davvero alti, esponendo così i materiali di base a fatica e logoramento. Per evitare tutto questo, è necessaria un’attenta e accurata manutenzione delle vele, capace di tenerle efficienti il più a lungo possibile.
Ma da dove iniziare?
Niente panico. In questo articolo, infatti, scopriremo insieme quali accorgimenti mettere in pratica per ottimizzare la salute della nostra barca e dei suoi componenti, minimizzando invece le probabilità di danni o rotture di ogni tipo.
Prima di salire a bordo per fare tutti i controlli di rito, però, meglio preparare una ricca e ben equipaggiata cassetta degli attrezzi. Cosa possiamo portarci appresso?
Partiamo subito!
Manutenzione delle vele: ecco gli strumenti fondamentali
Abbiamo già visto, in uno scorso articolo, alcuni attrezzi indispensabili da portare sempre a bordo. Oggi, però, ci focalizzeremo su tutti quelli strumenti utili per mantenere impeccabili le nostre vele. Eccone alcuni tra i più importanti.
- Rotolo di grey-tape. Il celebre nastro grigio, super resistente anche nelle superfici a contatto con l’acqua. Rispetto al nastro da elettricista, non tende ad allungarsi o a subire deformazioni, risultando ideale per le riparazioni dell’ultimo minuto.
- Nastro isolante da elettricista. Uno dei nastri più versatili, adatto praticamente a tutte le superfici. Largo ed elastico al punto giusto, è in grado di resistere all’acqua solo se applicato su una superfice inizialmente asciutta.
- Dacron adesivo. Disponibile in strisce o in pannelli, può essere acquistato su internet o dal nostro velaio fidato. Perfetto per evitare che un minuscolo taglio possa presto diventare uno squarcio ben più preoccupante.
- Pezzi di cima in spectra scalzato. Delle ottime alternative ad un moschettone, facili da annodare o tagliare. Basta un nodo ad anello ben realizzato, e il gioco è fatto.
- Nylon adesivo, perfetto per riparare spinnaker o gennaker.
- Ago da velaio e filo. Se il dacron adesivo non dovesse bastare, ago e filo potrebbero rappresentare la soluzione ideale. Ovviamente, un filo ben resistente, in poliestere, meglio ancora se cerato.
- Spadino. Quel piccolo pezzo di stecca piatta, di circa trenta centimetri, fondamentale per montare e levare le stecche dalla randa, soprattutto senza danneggiare il velcro delle diverse tasche.
- Flacone di acetone. Prima di ogni riparazione della vela, utilizzalo per eliminare l’umidità e la salsedine presente nella stessa. Fai attenzione però: si tratta comunque di un agente chimicoaltamente infiammabile.
- Bansigo. Il particolare seggiolino che permette di salire in cima all’albero. Un supporto che, per essere utilizzato, richiede molta esperienza e buona preparazione atletica. Non a caso, può essere utilizzato solo dall’armatore o una figura professionale abilitata.
Prendersi cura delle vele: iniziamo il giro di controllo
Ora che ci siamo procurati tutti gli strumenti del caso per un’ottima manutenzione delle vele, non resta che fare un giro di ispezione a bordo, da poppa a prua, per vedere se tutto a posto. Ma da dove partire? Scopriamo subito cosa controllare del dettaglio.
- Partiamo dagli attacchi delle draglie al pulpito. Controlliamo tutto: dalle coppiglie agli arridatoi per mettere in tensione le draglie.
- Area del pulpito. Stiamo attenti che non ci siano sporgenze anomale, come bulloni malmessi, componenti di metallo rotti e così via. In quel caso, con un semplice nastro riusciremo a smussare i punti più pericolosi.
- Estruso e tamburo dell’avvolgifiocco. Guardiamo soprattutto la cosiddetta canaletta. Poi passiamo al controllo del fider e del verso della rotazione del tamburo, la quale dev’essere compatibile con la banda anti UV del genoa.
- Attrezzatura varia sulla coperta: bitte di ormeggio, golfari, bozzelli ecc.
- Draglie e candelieri. Verifichiamo se le draglie siano effettivamente pulite e diamo una controllatina alla teste dei candelieri. In particolare, facciamo in modo che il genoa non si incastri in queste ultime.
- Faccia anteriore dell’albero, superficie ripetutamente colpita dalla nostra vela. Anche in questo caso, controlliamo ogni singolo dettaglio: luce di via e ponte, la rotaia e il radar.
- Drizze. Verifichiamo se, durante la navigazione, queste non vadano a sbattere contro la vela e gli altri componenti. Per questo, assicuriamole ai piedi dell’albero e mettiamole ben in tensione.
- Inferitura della randa. Preoccupiamoci di pulirla e lubrificarla una o due volte all’anno.
- Scotte e cime. Un ultimo controllo generale, a partire dalla verifica dello stato della calza. Se questa risulta danneggiata o strappata, meglio sostituirla subito. Al contrario, se a causa del sale appare particolarmente indurita, possiamo ricorre ad un semplice lavaggio in lavatrice: 60° e una bella dose di ammorbidente.
Eccoci qui. Siamo arrivati alla fine di questa prima parte dedicata a fornirti una rapida guida per svolgere una manutenzione delle vele efficace. Nel prossimo appuntamento, scenderemo nei dettagli relativi alla navigazione e alla loro conservazione subito dopo l’uscita in mare.
Piccolissimi accorgimenti che, contro tanti pronostici, possono davvero fare la differenza, facendoci evitare il rischio di danni e scomodi e costosi.
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