Sartie barca a vela: tipologie, manutenzione e strumentazione utile

Le sartie barca a vela sono uno degli elementi fondamentali e più delicati di questo tipo di imbarcazione. Non a caso il loro scopo è quello di sostenere l’albero. Ecco perché prima di partire per una crociera o una lunga navigazione, è fondamentale verificare lo stato di salute del vostro albero

Raccomandazioni confermate anche da dati reali, non solo statistici. Questi evidenziano che durante la ARC – la traversata atlantica in equipaggio con barche prevalentemente da crociera – il 36,4% delle imbarcazioni va incontro a danni ad alberatura e sartiame.  

In un precedente articolo avevamo già parlato della manutenzione della vela, oggi invece partiamo insieme alla scoperta delle tipologie di sartie e dei corretti controlli da effettuare sull’intero albero prima di poter navigare.  

Iniziamo subito, non perdiamo altro tempo. 

Le diverse tipologie 

Per quanto riguarda le tipologie di sartie di bordo, esse si differenziano tra: funi in tondino pieno e funi in spiroidale. Per la costruzione di queste ultime, solitamente, si utilizza l’acciaio inox Aisi 316, un ottimo materiale data la sua perfetta resistenza a usura e corrosione. Qualora doveste domandarvi cosa significa la sigla 1×19, è bene sapere che indica 19 cavi ritorti sulla singola fune, tutti con la medesima sezione.  

C’è anche da aggiungere che nelle funi spiroidali i fili vengono sistemati con un sistema elicoidale, onde evitare la formazione di tensioni sulla stessa fune. 

D’altra parte, per la fabbricazione delle funi in tondino pieno si utilizza, così come nel caso precedente, l’acciaio inox Aisi 316, ma con l’organizzazione delle sezioni dei 19 fili differente. Tecnicamente, infatti, le funi esterne hanno una sezione maggiore e sono compresse per ottimizzare gli spazi tra un filo e l’altro. 

Ritornando un attimo sulle funi Dyform o spiroidali, queste sono caratterizzate da carichi di rottura superiore del 20-30% rispetto al classico spiroidale e hanno persino un ridotto coefficiente di allungamento.  

Al contrario, le funi in tondino sono caratterizzate da un solo filo trafilato a freddo in Rod Nitronic 50, ossia una lega dall’alta percentuale di rottura e dallo scarso coefficiente di allungamento. 

Diverse tipologie di funi del sartiame
Fonte: blog.magellanostore.it

Controllo di impiombature e giunzioni: una verifica fondamentale 

Per introdurre questo paragrafo partiamo dal presupposto che nel sartiame spiroidale è impossibile che la fune in sé ceda. In altre parole, i veri e propri punti critici del sistema sono dati dalle impiombature – la fase in cui i cavi sono pressati all’interno di un manicotto – e dalle giunzioni. 

Ci spieghiamo meglio. Posto il caso che le impiombature siano eseguite approssimativamente, si ha una riduzione dei carichi di rottura e, di conseguenza, la breve durata del metallo. 

Pertanto è proprio a causa di queste criticità che si verifica il ristagno dell’acqua salata e i relativi fenomeni di corrosione.  

Va da sé, dunque, prestare un adeguato controllo dei terminali delle sartie, poiché è esattamente qui che avvengono i guasti più insidiosi.  

Infine, per il sartiame in tondino, l’esigua propensione ad allungarsi, oltre al processo di lavorazione a freddo, fanno sì che in prossimità di gravi difetti interni possa cedere l’intero sistema.  

Sartie barca a vela: l’importanza della manutenzione del sartiame in tondino 

A prescindere dalla tipologia, tutte le sartie di bordo hanno bisogno della giusta manutenzione. Certo è che il sartiame in tondino ha, per sua natura, poca elasticità e nonostante sia la caratteristica più ricercata è anche quella che, a lungo andare, penalizza maggiormente l’apparato. 

Quindi, proprio per questo motivo, le sartie di bordo in tondino, in particolare le diagonali e gli stralli, andrebbero reinnestate dopo circa 4 o 5 anni. 

Più in generale, invece, sono circa 10-12 gli anni di ricambio e smontaggio di tutto il rigging, compresi i terminali e i pezzi aventi cricche.  

Sartie barca a vela: scoprire i difetti con le prove non distruttive 

Può essere scontato, ma è sempre bene ribadire che qualsiasi metodo si scelga di adoperare per scoprire i difetti meno visibili non deve intaccare nessun tipo di materiale. Per definire questi esami è stato coniato l’apposito termine di prove non distruttive

Tra queste vi sono, al di là dell’osservazione visiva: 

  • L’utilizzo di liquidi penetranti; 
  • Le radiografie; 
  • Gli ultrasuoni. 

Per questi ultimi due, però, vogliamo fare un postulato più approfondito. Gli ultrasuoni sono impiegati grazie a un’apparecchiatura dotata di trasduttori. Questi trasmettono impulsi al pezzo, i quali, una volta attraversati, si riflettono sulla superficie opposta. Successivamente, sarà un apposito monitor a visualizzare due picchi: l’eco di partenza e quello di fondo. Se durante questo percorso l’impulso riscontra discontinuità del materiale si visualizzeranno alteranti picchi tra i due principali. 

Invece, con le radiografie si possono evidenziare difetti interni, ma persino variazioni della struttura reticolare del metallo prodotte da stress o discontinuità del materiale. Non dimentichiamo, infine, che l’acciaio “avvisa” quando qualcosa non va per il verso giusto. Come? Con deformazioni, cristallizzazioni o con minime cricche visibili ad occhio nudo. 

Regolazione sartie barca a vela
Fonte: globalsolochallenge.com

Sartie di bordo allentate? Utilizza il tensiometro 

Durante un normale controllo delle sartie barca a vela può capitare che siano piuttosto allentate. Ma come possiamo ovviare al problema? Misurando la tensione del sartiame con un dispositivo chiamato tensiometro per sartie.  

Questo strumento è utilizzato principalmente sulle barche da regata, su barche in cui sono presenti gli arridatoi e il paterazzo, o addirittura sulle barche da crociera.  

In linea di massima la regola stabilisce che le sartie basse siano quelle più tesate, poiché la prima parte dell’albero è quella più sottoposta agli sforzi delle vele in navigazione. All’opposto, le sartie alte lavorano a minore tensione. Per ultime quelle medie o diagonali sono le meno tese, perché hanno degli angoli molto più favorevoli per la struttura dell’albero. 

Per quanto riguarda invece la regolazione delle sartie, questa va eseguita in navigazione. Ecco come procedere: in condizioni di vento medio-leggero (10-12 nodi), a vele piene ci si mette in un’andatura di bolina, prima su una mura, poi sull’altra. Se la testa d’albero flette sottovento, è il caso di tesare le sartie alte. Se invece il profilo “spancia” sulla parte centrale, si deve intervenire sulle sartie basse o le medie. 

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